La creazione di moneta dal nulla e la perdita di tempo

immagine: ilpost.it Thomas Lohnes/Getty Images)

Abbiamo assistito al fallimento dell’incontro del Consiglio dell’Unione Europea su quale tipo di aiuti dare ai Paesi euromuniti causa la pandemia causata dal coronavirus.
Lo scontro, molto duro, si è consumato fra il Primo Ministro portoghese Antonio Costa (foto sotto)che ha definito l’atteggiamento del Ministro delle finanze olandese “disgustoso”.

Antonio Costa | Patricia De Melo Moreira/AFP via Getty Images | Patricia De Melo Moreira/AFP via Getty Images

Il problema è in quale modo risolvere la pesantissima situazione finanziaria in cui si trova tutta l’eurozona.
Vediamo di inquadrare il problema e di intuire le possibili soluzioni.
L’attuale situazione, per esempio italiana, ma questo vale per tutti i Paesi euromuniti, (salvo apparentemente Germania ed Olanda) è così descritta.
Milioni di persone sono costrette a casa, molte hanno perso il lavoro, alcune non possono lavorare per le note misure di restrizione per cui si trovano, se non immediatamente, a breve in grandi difficoltà finanziarie.
Lo Stato, un qualsiasi Stato, deve necessariamente provvedere al mantenimento, almeno di sussistenza, di queste persone fornendo loro una somma di denaro, anche minima, per provvedere alle impellenti necessità di sopravvivenza.
Il primo dubbio che ci potrebbe assalire, data la disinformazione che per decenni ci è stata inculcata, anche nei banchi di scuola, è la seguente: se diamo denaro, quindi immettiamo liquidità nel sistema a chi non produce ricchezza ( lavoro), immediatamente creeremo inflazione.
NO, così non è perché in una condizione di “economia di sussistenza” il denaro immesso, sarebbe esattamente la remunerazione del lavoro di chi produce i beni di sussistenza ( cibo, medicine, assistenza sanitaria ecc. ecc). In sostanza il sistema non potrebbe produrre inflazione perché il denaro immesso remunera il lavoro di chi può lavorare.
Ieri abbiamo assistito al NO da parte di Olanda e Germania alla stampa di denaro da parte della BCE con accredito alle famiglie ed imprese. La FED, invece, lo sta facendo con successo negli USA.
Davanti al NO di Germania ed Olanda, il Primo Ministro Conte ha mandato il famoso ultimatum di 10 giorni all’UE dicendo in sostanza “ se non ci aiutate allora faremo da soli”.
Dato che l’UE ha detto di NO, quale altra soluzione abbiamo davanti?
La stampa in autonomia di moneta ci è preclusa perché la sola Banca centrale che può stampare moneta è la BCE. Allora?
Una via sarebbe quella di stampare le nostre proprie “banconote” senza che siano emesse dalla BCE e cioè i minibot, idea avanzata qualche anno fa .
I minibot, non sono banconote, hanno il taglio come gli euro ma sono debito pubblico.
Allora aumenteremo il già enorme debito pubblico italiano? No.
Semplicemente i mini titoli di Stato di debito pubblico circolerebbero solo in Italia e non sarebbero immessi sul mercato internazionale dei titoli di Stato. Non sarebbero quotati sul mercato, nessuno potrebbe fare “prezzo” sui minibot. Avrebbero la caratteristica si essere una moneta parallela agli euro a livello nazionale. Se dovessero entrare in circolazione potremmo scambiarci beni e servizi con i minibot, senza bisogno degli euro stampati dalla BCE.
Ammettiamo per un momento che la BCE ci conceda l’immissione di moneta stampata dal nulla, si creerebbe in questo caso inflazione? No.
L’obiezione sarebbe questa, lo sanno tutti che l’immissione di moneta in un’economia, questa volta di non sussistenza, creerebbe inflazione (lo dice la Teoria quantitativa della Moneta di Fischer). No.
Fischer diceva una cosa interessantissima: l’immissione di moneta in un sistema crea inflazione solo quando l’ultimo disoccupato troverà lavoro, a dire finchè un sistema non avrà raggiunto la piena occupazione, ed è proprio il caso dell’Italia e di molti altri Paesi eurodotati, l’immissione di denaro creato dal nulla non creerebbe inflazione.
Che cosa invece propongono Olanda e Germania?
Propongono di utilizzare il MES, cioè di chiedere un prestito per superare la crisi.
Il MES è stato costituito con fondi dei Paesi eurodotati, quindi anche fondi italiani, se mai l’Italia dovesse chiedere i fondi del MES dovrebbe pagare gli interessi sui suoi stessi denari. Questo sarebbe il meno perché chiedendo i fondi al MES questo avrebbe la caratteristica di essere “creditore privilegiato” cioè il suo credito come garanzia, viene prima per esempio dei possessori di titoli di Stato. Questo significa che il MES avrebbe il diritto di imporre il livello di tasse ed imposte, di decidere la politica degli investimenti, quella delle pensioni, della ricerca, della scuola ecc. Saremo in sostanza succubi del MES. Il Ministro Gualtieri, da settimane sta lavorando all’emissione dei coronavirus bond senza le condizionalità viste sopra per cercare di aggirare le forche caudine del MES.
Occorre ricordare che i supposti coronavirus bond potrebbero essere eventualmente emessi per l’emergenza senza condizionalità, quando l’emergenza (finalmente) sarà finita ricadrebbero nelle condizioni ordinarie del MES citate sopra.
Ora vediamo la proposta del Signor Draghi che dice “occorre un significativo aumento del debito pubblico”. In sostanza emettete titoli di debito e finanziate ciò che vi serve.
La proposta sembrerebbe interessante ma in questo caso occorre ben definirla per non prendere lucciole per lanterne.
Vediamo prima il funzionamento dell’eventuale “incremento significativo del debito pubblico”. Significherebbe per il bilancio primario dello Stato la necessità per riuscire a pagare i consistenti interessi passivi, aumentare le imposte oppure ridurre la spesa pubblica, cioè minori servizi per la collettività. Una manovra che ad evidenza peggiorerebbe ancor di più l’attuale condizione non solo economica ma anche sociale dell’Italia.
Ora è il caso di esaminare la parte quantitativa.
La Confindustria stima una perdita mensile per l’economia italiana di circa 100 miliardi di euro al mese. Tenuto conto che la stagione turistica è totalmente compromessa, se questa pandemia dovesse concludersi fra sei mesi significherebbe che avremo una perdita di circa 600 miliardi di euro. Il significativo aumento del debito pubblico porterebbe come immediata conseguenza un downgrade del rating italiano a livello internazionale.
Siamo in una situazione di incertezza e di scarsità di informazioni a dir poco preoccupante.
Attendiamo la scadenza dell’ultimatum e vedremo che accadrà.
Nel frattempo il Ministro Gualtieri e il Presidente del Consiglio Conte, magari per facebook dovrebbero informare i cittadini italiani di come si stanno svolgendo le trattative e che cosa significa esattamente “faremo da soli”. Perdere tempo, in sterili minacce, sarebbe il peggio possibile.
Dovremmo imparare dai nostri Padri latini.
Mala tempora currunt sed peiora parantur.
Pernechele Gabriele 28 marzo 2020.

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