Il sogno della PDue

Non è cosa vostra, manifestazione per la CostituzioneLeggo con piacere l’appello contro la riforma del Senato di Libertà e Giustizia, sottoscritto subito da costituzionalisti e intellettuali del rango di Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Alessandro Pace e altri. E se posso, umilmente, sottoscrivo in pieno. Esiste, infatti, un certo naturale “diritto alla perfezione” nel bicameralismo. Nel senso che un bicameralismo integrale (o perfetto) dovrebbe essere, a parere di chi scrive, l’unico vero bicameralismo. Ho sempre, dunque, difeso il bicameralismo perfetto in maniera ideologica, per la convinzione che la nostra carta costituzionale sia stata scritta da persone per bene, molto preparate e di taratura infinitamente superiore rispetto a quelle che oggi pretendono di rappresentarci. Oggi voglio, però, provare a difenderlo tecnicamente e non solo politicamente. Un bicameralismo perfetto è utile? Se si, perché? Secondo me è utile in primo luogo perché contribuisce al miglioramento tecnico della legislazione.   Una buona idea la sera deve essere rivalutata dopo una buona dormita. Mio nonno lo diceva, e mio nonno Oscar era uno che la sapeva lunga. Allo stesso modo la doppia lettura a cui viene sottoposta una legge permette di verificare se la legge resiste alla prova del passare del tempo. Una legge che va bene dieci mesi prima e pure dieci mesi dopo è in genere una legge non impulsiva ma ragionevole o, per lo meno, ragionata. Almeno in teoria, questo avviene specialmente quando le due camere sono elette con sistemi elettorali diversi in modo da rappresentare, in modo più completo che non in un sistema monocamerale, le forze politiche di un paese. Il concorso delle due volontà delle due camere distinte permette di meglio adeguare le norme alle necessità del paese.

Sulla presunta lentezza del sistema rispondo così: un duplice esame non è necessariamente un doppio esame. Vuol dire che in linea di massima ciascuna camera può presumere che il progetto sia stato già ampiamente visionato e studiato dall’altra camera ed è sufficiente, così, per la seconda, un controllo formale.

La fine del bicameralismo perfetto rafforza invece il governo in quanto l’esistenza delle due camere aumenta le occasioni di crisi. Bene si dirà. No, male! I poteri dello Stato sono bilanciati dalla carta costituzionale del 1948 e l’indirizzo dei padri costituenti era proprio di mantenerli bilanciati, non solo separati. Se si rafforza qualcosa bisogna rafforzare qualcos’ altro ed è un lavoro non facile, ma molto complesso che io non mi sento oggettivamente di delegare a chi, oggi, siede in parlamento.

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  1. david dorini maggio 12, 2014 Reply

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