“L’ordine e la luce” oltre la cattedra

 

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Arch. Stefano Borghini a Palazzo Te

Si è tenuta ieri pomeriggio presso la sala polivalente di Palazzo Te, la conferenza che ha indagato i temi della mostra “L’ordine e la luce”, dedicata all’evoluzione degli spazi interni nella storia dell’architettura dall’antica Grecia al Rinascimento, e allestita presso le Fruttiere della celebre residenza gonzaghesca.

L’incontro, organizzato dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, si è svolto sugli interventi del Prof. Alessandro Viscogliosi, docente dell’Università “La Sapienza” di Roma e dei curatori della mostra Arch. Stefano Borghini e Arch. Raffaele Carlani che hanno chiarito i metodi utilizzati per la ricostruzione virtuale delle architetture trattate nel percorso espositivo, e hanno inoltre svolto un tour esplicativo in loco focalizzato sui contenuti e i sistemi tecnologici utilizzati.

Mentre il Prof. Viscogliosi ha introdotto la mostra, con riferimenti al contesto architettonico locale mantovano, invidiato e riprodotto da sovrani e imperatori della storia quattrocentesca e cinquecentesca, L’Arch. Raffaele Carlani ha invece spiegato come effettivamente sia la tecnologia a caratterizzare il percorso espositivo e a renderlo fruibile al pubblico visitatore; una tecnologia espressa attraverso un sistema di motion sensing input device, che permette di navigare all’interno di architetture in scala 1:1, proiettate su grandi superfici, senza l’ausilio di particolari strumenti, con il semplice movimento del corpo.

L’Arch. Stefano Borghini ha trattato invece, il tema più specifico della trasformazione dell’architettura che nasce per far fronte a forti motivazioni e si trasforma nel tempo in pura estetica.

Ha inoltre spiegato come i modelli architettonici presi in considerazione nel percorso della mostra siano stati ricostruiti sull’elaborazione di tutte le informazioni scientifiche raccolte.

Le ricostruzioni virtuali presenti nel percorso, sono state prodotte attraverso un’applicazione che consente di sovrapporre le diverse fasi costruttive degli antichi monumenti e di individuare tutte le fonti di provenienza; il metodo adottato è quello dei livelli generativi a elementi interrogabili e traduce i complessi studi relativi all’evoluzione dell’ architettura in un linguaggio fruibile a tutti.

L’obiettivo della mostra, ha concluso l’Arch. Borghini, è proprio quello di far conoscere ai visitatori ciò che i costruttori del passato hanno fatto, nel modo più realistico e veritiero possibile.

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