L'invasione preventiva

La Crimea è sempre stata una parte inseparabile della Russa – questo è il punto di vista di Putin a farla breve e, a dire il vero, la velocità e l’efficienza con cui è stata annessa la penisola nonché la copertura istituzionale data dal risultato schiacciante, peraltro atteso, del referendum sembrano dargli ragione. Putin è un politico e in politica la ragione è di chi vince, anche se ha torto – insegna l’interpretazione più cinica delle relazioni internazionali. E secondo questa visione la questione di legittimità è in un piano secondario. Ma le relazioni internazionali non possono essere governate solo dal principio della forza anzi nel nuovo ordine mondiale istituzionalizzato, almeno in teoria, la forza fisica è vietata a prescindere. E non c’è dubbio che un’ invasione anche “senza sparare un colpo” si tratta di un atto violento. Anche con la volontà dei russi in Crimea, anche con un referendum sempre di violenza si tratta.

E’ chiaro che in gioco c’è lo scontro di civiltà e che la Crimea non è nulla se non un campo di battaglia periferico come periferici sono sempre i campi di battaglia delle “guerre fredde”. Il mondo Unipolare della Grande America e di Bush figlio si è insabbiato nel deserto dell’ Iraq ed è apparso chiaro ad Obama, in primis ma anche a tutti gli altri, che nessuna nazione da sola ha abbastanza risorse e potere da governare il mondo. Obama nel discorso al Cairo l’ha ammesso chiaramente e ha cercato una collaborazione con il mondo islamico con successo solo parziale.

In questo nuovo ordine mondiale la Russia tenta di fare il colpaccio. Inventa una nuova teoria che prevede il diritto di difendere i compatrioti Russi anche fuori dal confine.  Una teoria imbarazzante, infondata e pericolosa perché così chiunque può definire compatrioti chi vuole ovunque essi siano. Allo stesso modo la Francia potrebbe dover “difendere” i francesi nella Svizzera Francese, l’Austria nel Sud Tirol in onore a un diritto di unificazione presunto. Come si vede la teoria non è sostenibile e cozza contro il diritto internazionale e contro ogni logica di buon senso.

Quindi l’aggressione alla Crimea, perché di questo si tratta, è intollerabile e l’assemblea dell’ ONU, non il consiglio di Sicurezza, dovrebbe deliberare atti di condanna affinché la dottrina “Putin” della, potremo definirla, “invasione preventiva” non diventi una prassi e l’occidente dovrebbe adottare contromisure economiche, congelamento dei beni, sanzioni, e restrizione dei visti.

Forse queste contromisure non saranno sufficienti per far desistere Putin ma almeno lo condanneranno ufficialmente. Per la comunità internazionale è il momento di fare una scelta e decidere in che mondo vivere:  un mondo dominato dalla forza e dalla guerra dove confini e legge vengono ignorati in nome di nuove dottrine inventate per l’occasione? O un mondo in cui venga rispettato il diritto internazionale stabilito e dove l’uso della forza è regolamentato e ristretto a pochissimi casi previsti.

 

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