Giuseppe Conte, l’uomo della svolta?

Il professore Giuseppe Conte, durante la presentazione della squadra di Governo da parte del capo politico del M5s, Luigi Di Maio (S), Roma, 1 marzo 2018. fonte ANSA.

Giurista affermato, docente di diritto privato, ma soprattutto uomo “nuovo” della contorta politica italiana. In tre parole Giuseppe Conte, il designato premier di Movimento 5 stelle e Lega che già oggi potrebbe essere convocato al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ricevere l’incarico di presidente del Consiglio. Inedita la coalizione di maggioranza, inedito l’uomo, l’Italia prova a ripartire da qui, al di là delle logiche partitiche che hanno portato il Paese al disastro economico e sociale. Le prossime ore saranno decisive. Giuseppe Conte, l’uomo “nuovo” della politica italiana. Non ha mai avuto incarichi politici, da cittadino elettore ha sempre “guardato” a sinistra. Fino a quando nel 2013 non ha provato a rivolgere lo sguardo verso il nuovo che avanzava. Era il 2013, gli fu chiesto dai Cinque Stelle di diventare membro del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa, l’organo di autogoverno della giustizia amministrativa. E da lì iniziò il suo nuovo corso. Che il suo cuore non batta più a sinistra, come da lui stesso dichiarato durante la trasmissione “Di Martedì”, su La7, è ormai ufficiale, dopo la candidatura a premier. Di fatto lo era già prima del voto di marzo, quando il leader Cinque Stelle Luigi Di Maio lo aveva inserito nell’ipotetica lista dei ministri, a capo del dicastero della “Pubblica amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia”, presentata a Mattarella. Un modus operandi quello dei grillini che anche allora aveva fatto discutere gli avversari politici. E che oggi alla luce della sua candidatura alla guida del Governo, fa ancora più arrabbiare. Sarebbe il sesto presidente del consiglio non eletto nella storia repubblicana italiana, ma chi non lo ama (a destra e a sinistra) lo giudica inadeguato, sia sul piano nazionale che su quello internazionale. Lui però non si scompone e a chi lo accusa di aver cambiato “casacca”, risponde senza remore che “gli schemi ideologici del ‘900 non sono più adeguati”. , aveva precisato a un convegno Cinque Stelle. Le veementi e talvolta scomposte reazioni politiche italiane, europee, e anche internazionali (vedi “Financial Times”) altro non fanno che confermare la tesi che chi tenta di scardinare lo Status quo economico e sociale diventa il bersaglio per eccellenza. E che la strada intrapresa da Di Maio e Salvini potrebbe essere quella più invisa alle vecchie logiche – ma non ai cittadini – lo ha dimostrato anche il voto di domenica 20 maggio in Val d’Aosta, dove destra e sinistra sono scomparse dalla rappresentanza politica della regione autonoma. La partita comunque è aperta, l’esito ora è nelle mani del capo dello Stato Mattarella.

Il politico di periferia, più vicino alla gente che ai partiti

Chi ha sentito il suo nome per la prima volta si è domandato chi fosse. Il realtà Giuseppe Conte nel suo ambiente, quello del diritto civile e non solo, sia nazionale che internazionale, è ben conosciuto. Pugliese di Volturara Appula (Foggia), 54 anni, laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma con 110 e lode, risiede da anni a Firenze, dove è ordinario di diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza dell’università del capoluogo toscano. Borsista presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) negli anni ’92-’93, ha perfezionato gli studi giuridici all’estero frequentando diversi atenei tra cui la Yale University, la Université Sorbonne di Parigi, la New York University. Non ha mai avuto incarichi politici, né amministrativi. Componente di diversi organismi di ricerca in Italia e all’estero, è socio fondatore di un’importante associazione denominata “osservatorio sugli effetti economici della legislazione” costituita nel 2008 per approfondire i riflessi economici dei più significativi provvedimenti legislativi”. Insomma in un Paese come l’Italia, schiacciato tra crisi economica e vicissitudini politiche Conte è uno “tosto”, di quelli che sanno bene quel che è accaduto e – si spera – come provare ad uscirne, nonostante le forti resistenze interne ed esterne. Sarà l’uomo della svolta?

Cristina Malaguti

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2 Comments
  1. Luca maggio 22, 2018 Reply
  2. Cristina maggio 22, 2018 Reply

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