USA e Iran trattano, Isis avanza

La stabilità del Medio Oriente è a rischio e dopo gli interventi USA e la loro caratteristica delicatezza dell’elefante in cristalleria l’impressione è che le tessere di un pericoloso domino stiano cominciando a cadere una a una e fermare il processo può essere più difficile del previsto. Più difficile del previsto anche se ci fosse un coordinamento tra USA e IRAN per un intervento “non militare”. Così intanto che gli attori regionali stanno pensando come affrontare la situazione e con quali strategie diplomatiche, l’Isis avanza e a buon passo.

Il rischio di contagio delle aree limitrofe è alto. Sto pensando alla Turchia che confina a Sud Est con entrambi i paesi ed è legata anche da interessi energetici visto che la pipeline Kirkuk – Ceyhan ha già subito oltre 50 attentati solo lo scorso anno. E’ la pipeline che porta il petrolio dal Kurdistan fino alla costa mediterranea della Turchia.  Un giro di petrolio che eslcude clamorosamente Bagdad.

Il 19 giugno, il presidente USA Barack Obama ha detto che aumenterà l’aiuto alle forze di sicurezza irachene ma non invierà truppe in Iraq, dove l’esercito USA si è ritirato definitivamente e forse prematuramente nel 2011. Ma si sa che gli americani dicono il vero solo se giurano sulla Bibbia. Infatti tutto questo sono solo parole, di fatto Washington ha dispiegato 275 soldati a protezione della sede USA e la nave Uss Mesa Verde (con 550 marines a bordo) è entrata nel golfo Persico, raggiugendo la portaerei George H.W. Bush. Entrambe sono lì per fornire possibile supporto alle forze armate irachene.

In questo modo, a dispetto delle dichiarazoni di Obama, gli USA saranno in grado di intervenire militarmente quando lo riterranno opportuno e conveniente e infatti Kerry ha affermato nei giorni scorsi che l’attacco aereo resterebbe un’opzione.

Nulla di nuovo verrebbe da dire. Quasi! Perché in realtà una novità c’è. C’è il ruolo costruttivo dell’ Iran nella crisi che sembra intervenire non solo per difendere gli sciiti. Theran ha dichirato durante i negoziati sul nucleare a Vienna che l’Iran esclude una collaborazione militare nel paese e visto che tradizionalmente ha sempre appoggiato Damasco e Baghdad si tratta di una novità non da poco.

Questo tipo di collaborazione potrebbe avere risultati molto evidenti nella crisi e persino frenare un’ avanzata di Isis e scongelare le relazioni internazionali tra i due peasi con buona pace degli Israeliani che hanno sempre fomentato le tensioni tra Iran e Occidente.

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