Quirinale: Le dichiarazioni al termine dell’incontro Mattarella-Conte

I difensori di Mattarella si dividono in  categorie dai confini poco definiti. Abbiamo gli intellettuali di sinistra, chic che difendono le istituzioni perché farlo è da persone per bene. Reazionari rossi, per intenderci, che sono una buona fetta del “partito dei lavoratori” (i.e. il partito democratico?). Poi abbiamo i “professori” di economia, non tutti, diciamo quelli che sono completamente sprovvisti di fantasia creativa. Sempre impegnati a far tornare i conti, a tagliare i costi per “far patta”, ottenendo così l’encomio di banche e di Europa e di chi ha paura di una vera campagna di investimenti ad alto costo iniziale. Solo con un alto investimento iniziale si può, infatti, rilanciare nel lungo periodo una nazione del G8. Una nazione che è, in potenza, concorrenziale praticamente su tutto: dalla manifattura all’industria pesante, alla cantieristica, alla ricerca, al turismo. Per  questi “ragionieri” la politica è fatta solo di tagli, di lacrime e sangue, di orizzonti a breve termine. Senza speranza, senza scommettere sul Paese, senza futuro. In una parola, l’insieme-unione di tutti questi gruppi è l’insieme della Casta. La Casta che pretende, in questa crisi, reazioni dolci e moderate a partire dai termini da utilizzare. “Bisogna pesare le parole!” La Casta, infatti, è scandalizzata da termini quali “golpe”, “colpo di stato”, vergogna, impeachment. Termini forti certamente ma adatti, a nostro avviso, a descrivere il momento e il clima politico italiano di questi momenti. Un clima che di certo non abbiamo contribuito a formare ma che subiamo nostro malgrado.

La realtà è questa, secondo noi. Il momento è gravissimo: siamo di fronte ad una delle ipotesi di attentato alla Costituzione. Noi crediamo che sia in corso un vero e proprio colpo di stato perché le forze che hanno raggiunto la maggioranza, sia dei voti sia dei seggi in Parlamento, non hanno la facoltà, stando alle parole del presidente della Repubblica, di nominare, ministro dell’economia, un uomo di 82 anni, preparato ma eretico perché ha criticato l’euro. Non l’Europa, e sarebbe pure legittimo, intendiamoci. Savona non è contro l’Europa, anzi. Il prof. Savona è uno che critica aspramente, eppur legittimamente, la moneta unica europea.  L’euro secondo Savona, essendo in sostanza un accordo di cambi fissi, riduce il potere degli stati più deboli che non possono più tornare ad essere competitivi svalutando la moneta. Savona sostiene che quando uno stato perde competitività e non può più svalutare la moneta allora è costretto all’interno dell’euro a svalutare il lavoro, a distruggere garanzie contrattuali del lavoratore, a  ridurre salari. In questo modo, secondo Savona, si ottiene l’esatto contrario di quello che servirebbe per rilanciare l’economia, ovvero un’ eccessiva precarietà del lavoro.  Il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato abbastanza chiaro sul punto.  L’euro viene prima della sovranità popolare e parecchio prima della Carta Costituzionale. Ecco perché non credo sia esagerato parlare di  “attentato alla Costituzione” quando Matterella impedisce alle forze politiche che hanno ottenuto la maggioranza assoluta, sia dei voti sia dei seggi, di indicare il ministro dell’economia.

Ora non siamo professori di diritto Costituzionale ma a noi è abbastanza chiaro il concetto che il presidente della Repubblica non ha, e non dovrebbe avere, alcun potere discrezionale nella scelta dei ministri né dovrebbe poter mettere veti. La lista dei ministri deve sempre ritenersi strettamente vincolante per il capo dello Stato. E’ da escludere che il capo dello Stato abbia il potere di mettere il veto su un nome non gradito perché la sovranità popolare non può sottostare nei vincoli europei né alle ingerenze dello straniero né alla sovrastruttura europea. Il 4 marzo hanno vinto il Movimento 5 stelle e la Lega che dopo 70 giorni hanno messo insieme un programma per fare il governo. Invece viene chiamato Cottarelli al Quirinale, un Monti bis. E’ bene che gli Italiani si riprendano in mano la Costituzione e quindi il paese che Mattarella ha, ignobilmente, tradito e che pacificamente, se possibile, resistano a questo colpo di Stato al grido di: “Viva l’Italia viva la Costituzione, viva la democrazia”.

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