Strategia occidentale da rivedere?

4 maggio 1977: un dimostrante in passamontagna punta una P38 contro la polizia.

4 maggio 1977: un dimostrante in passamontagna punta una P38 contro la polizia.

Strategia occidentale da rivedere?
Cosa c’è di diverso tra gli Anni di piombo e gli anni nostri? Cosa c’è di diverso tra quelle stragi e queste?  Situazione, dimensioni e attori politici a parte, cosa differenzia nella sostanza le stragi di Parigi e di Bruxelles del 2015/16 al terrorismo di casa nostra del 1969?

Crediamo che la principale differenza a svantaggio di noi coetanei sia che oggi manchiamo di una “narrazione” che ci spieghi bene chi siamo, dove siamo e dove stiamo andando. Posto che le cose evidentemente vadano male e che forse andranno pure peggio, senza una narrazione ideologica convincente i tentativi di spiegarci e di rassicurarci delle autorità statali o mediatiche non possono essere presi sul serio.

Intendiamoci, il meglio della elite Americana neocon ha provato a spiegarcelo, ma la forte narrazione dello scontro di civiltà dell’ottimo Samuel P. Huntington si scontra con un dato di fatto che produce confusione.

Irving Kristol, Norman Podhoretz, Seymour Martin Lipset non hanno fatto di meglio e nessuno è riuscito ad andare oltre al concetto di “mondo islamico”.  Il dato di fatto contro il quale si scontrano le loro teorie è che non esiste un “mondo islamico” e che non è mai esistito dalla morte di Maometto. Esistono invece i mondi musulmani che sono in lotta tra loro anche più di quanto non siano in lotta con noi.

presunti attentatori di Bruxelles, 22 marzo 2016

presunti attentatori di Bruxelles, 22 marzo 2016

Naturalmente sono tutte teorie che così a caldo vanno nel grande insieme della retorica. Chi cerca oggi di trovare una chiave di lettura ai fatti di Parigi e di Bruxelles è utile solo nei salotti delle Tv commerciali, ma soffoca ogni sforzo di analisi.

Noi invece preferiamo non cedere alla retorica dello scontro di civiltà, perché è proprio quanto serve ai jihadisti per reclutare altri combattenti.

Al di là dell’affinamento degli strumenti di prevenzione e repressione – non è che i nostri servizi segreti abbiano brillato per efficienza, permetteteci di affermarlo – la prima strategia che ci sembra sia da seguire è d’ordine geopolitico e parte dalla constatazione di un paradosso. Nei conflitti africani e mediorientali noi occidentali stiamo sempre con i regimi arabi sunniti che alimentano il jihadismo, a partire dall’Arabia Saudita.
Siamo invece contro  l’Iran, l’unico Stato – islamico o meno – che manda i suoi soldati a morire  davvero contro lo Stato Islamico. Gli sciiti non sono mai stati pericolosi per l’Europa.

Inoltre a coronamento di questa grande politica internazionale, per non farci mancar nulla, ci dedichiamo all’avanzamento della NATO (con accerchiamento) contro la Russia di Putin, unico vero statista ragionevole in negozio oggi che, ad avere un po’ di sale in zucca, dovrebbe e potrebbe diventare il più grande alleato della NATO nella lotta al terrorismo.

Forse vale la pena di rivedere un tantino la strategia occidentale, ammesso che non sia già troppo tardi.

Strategia occidentale da rivedere?

Strategia occidentale da rivedere?

Strategia occidentale da rivedere?

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