Afghanistan: programmato il ritiro delle truppe USA

ritiro-truppe-usa-iraqIn una telefonata, il Presidente Obama ha comunicato al suo omologo, Hamid Karzai, che gli Stati Uniti programmano il ritiro totale dall’Afghanistan per la fine dell’anno. Obama ha, poi, appreso al telefono che Karzai si sarebbe rifiutato di firmare l’ accordo sulla sicurezza, necessario perché gli americani si possano ritirare lasciando truppe sul campo a impedire ipotizzabili attacchi alle spalle.

Gli Stati Uniti stanno controllando il territorio Afghano militarmente da 13 anni ormai, dal 2001, per essere precisi, cioè della caduta dei Talebani, sconfitti come rappresaglia in seguito agli attacchi alle torri gemelle. L’intervento fu eseguito unilateralmente dagli USA in seguito alla risoluzione 1373 del 2001 del Consiglio di Sicurezza che conteneva solo un generico riferimento alla legittima difesa ma che non autorizzava alcun intervento militare nell’area. I Talebani, poi, caddero molto rapidamente sotto lo sproporzionato attacco degli Stati Uniti e dei suoi alleati, afgani e occidentali, ma alla lunga si ebbe a che fare con le rappresaglie di insorti per molto tempo. I rapporti tra Washington e le autorità locali si sono poi lentamente deteriorati fino al rifiuto della firma del programma di ritiro di qualche ora fa.

Il trattato che si sono rifiutati di firmare definiva i rapporti tra la Nato e le nuove autorità afghane in materia di addestramento e controllo delle insurrezioni e, di fatto, si pensava scontato visto che non faceva altro che confermare quanto già stabilito lo scorso anno in un documento analogo firmato dal consiglio degli anziani che andava nella stessa direzione politica.

Karzai ha ufficialmente dichiarato che si è rifiutato di firmare il trattato per non sentirsi responsabile della morte di migliaia di Afgani, deceduti sotto le bombe americane.

Gli americani non imparano mai la lezione che corrisponde poi alla follia della dottrina del Regime changing così come sostenuta da Bush figlio e teorizzata da Norman Podhoretz. Eppure bastava la lettura di un libro di calibro nettamente superiore ai libercoli di Podhoretz, davvero comune nel diritto internazionale: Scontro di Civilità di Huntinghton del 1996. “Esportare la democrazia in paesi non occidentali vuol dire quasi sempre produrre governi ostili all’occidente”. Un concetto che mi piace offrivi nella versione originale:


As Western leaders realize that democratic processes in non-Western societies often produce governments unfriendly to the West, they both attempt to influence those elections and lose their enthusiasm for promoting democracy in those societies. (ibidem, p.198)

I capi di stato occidentali, apprendendo con stupore che le elezioni democratiche producono governi spesso ostili,  tentano di influenzare le elezioni e perdono il loro entusiasmo nell’esportare la democrazia. (traduzione personale e libera)

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