Esselunga, qualche domanda agli amministratori di ieri e di oggi

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Uno dei disegni elaborati da Esselunga per il nuovo supermercato. foto www.gazzettadimantova.it

Mantova – Qualche giorno fa abbiamo ricevuto, come molti altri cittadini di Mantova, un plico informativo proveniente dalla Esselunga. Vi abbiamo trovato due disegni del progetto del supermercato che la catena vorrebbe realizzare al posto del vecchio palazzetto dello sport in zona Te, nonché una fotografia dello stato di degrado in cui versa attualmente l’area. Il dibattito attorno a questo progetto si è riacceso, con scambi di accuse tra vecchi e nuovi amministratori del Comune di Mantova. Che il vecchio PalaTe sia un pugno in un occhio per chi entra in città da sud ci sembra evidente. Tuttavia è bene ricordare ai cittadini mantovani che questa faccenda si trascina da ben tre amministrazioni comunali ed è più complessa di quanto le due fazioni (pro e contro supermercato) vogliano far credere. Ricordiamo, innanzitutto, che il progetto supermarket al Te viene partorito dalla seconda giunta Burchiellaro, che cede al privato l’area del PalaTe tramite il project financing per la costruzione del nuovo PalaBam al Boma. Una volta effettuato lo scambio, la giunta Brioni blocca la realizzazione della nuova struttura commerciale in attesa del nuovo Piano di Governo del Territorio, con l’intenzione di rivedere l’intera destinazione urbanistica di questo ingresso della città. A causa delle contraddizioni interne alla maggioranza, il PGT verrà adottato solo dall’attuale giunta Sodano, che eredita questa situazione di stallo e conferma il supermercato. Nel frattempo l’area del PalaTe passa dalla Coopsette alla Esselunga, che presenta un progetto rivisto e con un minor impatto. Ed eccoci alle polemiche di oggi: i contrari sostengono che la presenza del supermarket creerà un aumento del traffico già oggi congestionato e che il commercio al dettaglio subirebbe l’ennesima penalizzazione, oltre alla inopportunità di una struttura commerciale di quelle dimensioni nelle immediate vicinanze di Palazzo Te; i favorevoli sottolineano come il privato si sia impegnato a realizzare opere pubbliche per circa 8 milioni di euro, tra cui il famoso sottopasso di Porta Cerese, ed evidenziano che il progetto è stato studiato per avere il minor impatto possibile sulla reggia gonzaghesca, con una struttura di vendita di dimensioni ridotte (a questo proposito ci permettiamo di far notare che 2.500 mq supermercato non ci sembrano propriamente corrispondere ad un negozio di quartiere). Noi restiamo convinti che tutta la zona andrebbe destinata esclusivamente a strutture di pubblica utilità, visto il contesto nel quale si trova. L’errore è stato fatto a monte, quando si è deciso di cambiare l’assetto urbanistico dell’intera area Porta Cerese – Te, con l’idea di smantellare il vecchio palasport e lo stadio per rimpiazzarli con strutture commerciali e residenziali. A questo scempio ha posto rimedio in gran parte, come ricordato poco fa, la giunta Brioni, annullando il progetto di spostamento dello stadio e prendendo tempo sull’area di cui stiamo parlando. Ci è stato detto che la giunta Sodano altro non ha potuto fare che migliorare un piano già adottato dai precedenti amministratori, cercando di concertare una soluzione col privato, poiché l’apertura di un ennesimo contenzioso non sarebbe stata nell’interesse dei cittadini e avrebbe portato ad una sconfitta in sede legale, in quanto si sarebbero violati dei diritti acquisiti da parte del privato con regolari procedimenti amministrativi. Ci permettiamo, allora, di porre alcune domande. E le rivolgiamo agli amministratori del Comune di Mantova, vecchi e nuovi, auspicando di contribuire a fare chiarezza.

E’ vero o non è vero, cari amministratori di ieri e di oggi, che il bando di gara del giugno 2003 per la realizzazione del project financing relativo al nuovo palazzetto dello sport parlava di un prezzo corrisposto dall’amministrazione pari ad euro 4.648.112,09 IVA esclusa, di cui euro 2.065.287,60 costituiti dal valore della cessione in proprietà del vecchio palasport comunale e dell’area su cui insisteva, pari a 5.500 mq?

Ed è vero o non è vero, cari amministratori di ieri e di oggi, che con atto ricognitivo e cessione di immobile nel novembre 2005 il Comune di Mantova trasferiva invece il vecchio palasport e l’area su cui insisteva con un valore di euro 2.065.827,60 per un totale di 11.850 mq, vale a dire più del doppio?

Ed è vero o non è vero, cari amministratori di ieri e di oggi, che nella cessione è stata compresa una parte dei piazzali Montelungo e Ragazzi del ’99, comprendendo di fatto nella cessione anche le aree standard che il privato in sede di piano attuativo avrebbe dovuto restituire al Comune di Mantova?

Ed è vero o non è vero, cari amministratori di ieri e di oggi, che sull’intera area intorno al Palazzo Te grava tuttora un vincolo di secondo grado imposto nel 1955 dall’allora Ministero della Pubblica Istruzione, sezione tutela del patrimonio storico e artistico?

Ed è vero o non è vero, cari amministratori di ieri e di oggi, che in sede di rogito il dirigente del Comune di Mantova ha dichiarato che l’area alienata era libera “da trascrizioni pregiudizievoli, enfiteusi, livelli, canoni, da oneri reali in genere, da vincoli e gravami qualsiasi, da privilegi ed ipoteche”?

Ci aspettiamo delle risposte a queste domande. Può darsi che da parte nostra si sia inciampati in un errore e che le nostre fonti possano essere smentite.

Ma se i nostri dubbi fossero fondati, o se nessuno fornisse delle risposte, vorrebbe dire che tutto il progetto è nato male e che un’amministrazione lungimirante avrebbe dovuto e potuto prendere decisioni diverse in sede di approvazione del nuovo PGT.

Speriamo che gli amministratori di oggi si siano posti queste domande, prima di approvare un simile progetto perché “non si potevano aprire contenziosi su diritti acquisiti”. E che ci illuminino con le loro risposte.

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2 Comments
  1. Carlo Acerbi dicembre 31, 2013 Reply
  2. Davide Scioscia gennaio 2, 2014 Reply

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