Analisi del voto

Analisi del voto. E’ passato abbastanza tempo e, smaltita la sbornia elettorale, a freddo si possono fare osservazioni con più lucidità. Vincitori e vinti…dunque.
La consultazione elettorale del 4 marzo 2018 ha avuto due vincitori. La prima è la Lega Nord di Salvini che dal 4% è passata al 18% superando, come sappiamo, Forza Italia di Berlusconi, vero perdente assieme a Renzi.

Matteo Salvini, leader del centrodestra

L’altro vincitore è, indubbiamente il Movimento 5 Stelle di Di Maio che risulta il primo partito e che ha sconvolto la struttura politica dell’ottava potenza del  mondo. Uno sconvolgimento paragonabile a quello del 1994 tanto che possiamo parlare a ragione di “Terza Repubblica”. E questo, è naturale, porta a incognite e problematiche nuove di cui per ora siamo completamente allo oscuro a partire dal fatto che non ci sono maggioranze. Il Movimento 5 Stelle deve cercare sostenitori in parlamento e questo ironicamente cozza contro la teoria dell’opportunità del vincolo di mandato (art.67 Cost.)

 

Quindi ora è tutto nelle buone (speriamo) mani del presidente Mattarella che dimostrerà l’inconsistenza della retorica secondo la quale la presidenza della Repubblica non conta nulla.
Crediamo che non avrà alternativa se non dare l’incarico, per lo meno iniziale, alla coalizione di Centro Destra che non ha, come noto, una maggioranza ma che più di tutti può sperare di ottenerla. Salvini stesso, quello di adesso non quello di una settimana fa, l’ha confermato chiaramente.

Il m5s è il primo partito con molto margine sul secondo e la situazione dimostra che in politica non basta avere ragione ma bisogna anche portare a casa risultati.Tuttavia le condizioni tecniche e costituzionali per farlo non ci sono. Ci possono provare naturalmente, spinti dalla’ ingenuità della purezza e della gioventù ma difficilmente il presidente della Repubblica darà l’incarico a chi la maggioranza la deve cercare in Parlamento. E’ abbastanza irrituale. E’ Di Maio che deve andare al Quirinale con la maggioranza impacchettata. Non può farlo dopo e quindi Mattarella darà almeno il primo incarico a Salvini che, invece, può contare sull’appoggio, riconfermato ieri, di Silvio Berlusconi e di Giorgia Meloni. La politica è sangue e probabilmente, brutto a dirlo, il centro destra è il più indicato ad attrarre transfughi del gruppo misto tra cui certamente gli eletti espulsi del M5s. Per evitare tutto ciò, non è materialmente possibile nemmeno un’alleanza tra Pd e M5s. Forse tra parte del Pd e M5s ma anche qui è fantapolitica per ora per il fatto che Matteo Renzi è “dimissionario” ma non si dimette.  Così Renzi può vendere cara la pelle e servire alla destra su un piatto d’argento l’incarico da Mattarella.

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